“RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO”
Lettera aperta a Enrico Letta Segretario Nazionale del Partito Democratico
Gentilissimo segretario
Abbiamo appena saputo della nomina di un Commissario per il Circolo di San Giovanni in Fiore. Abbiamo avuto la conferma che il nostro è diventato un partito che viene gestito ascoltando i nominati romani e quindi possiamo affermare che Franco Laratta ha vinto il Congresso facendo come al solito, non partecipando al confronto democratico ma tramando dietro le quinte con i suoi potenti amici romani.
Amici romani capeggiati dal ” Ministro ” che non capiamo come in Calabria riesce a scegliere sempre quelli che non cercano il consenso o il confronto ma tramano per le nomine, asserendo di avere voti e consensi.
Abbiamo toccato il fondo da quando questi personaggi gestiscono il partito che ha toccato il suo minimo storico, nella provincia di Cosenza e in Calabria, perché fanno prevalere gli interessi di bottega a quello generale e politico.
Siamo un gruppo di iscritti del Circolo del Partito Democratico di San Giovanni in Fiore, tanti ex amministratori e tanti sostenitori, imprenditori, commercianti, professionisti, impiegati, lavoratori, pensionati casalinghe e disoccupati. Rappresentiamo uno spaccato di società che dopo aver combattuto tante battaglie a sostegno dei leader locali abbiamo deciso di proporci democraticamente alla guida del Circolo.
Abbiamo chiesto, dopo anni di commissariamento del Partito a livello Regionale e Provinciale, che hanno lasciato macerie e divisioni, di poter svolgere il Congresso di Circolo in modo democratico.
Ci siamo battuti per una competizione democratica e democraticamente abbiamo vinto il Congresso.
Abbiamo vinto secondo le regole stabilite dalla Commissione Regionale per il Congresso che ha validato l’anagrafe degli iscritti utilizzata per il Congresso Regionale, Provinciale e di Circolo.
Abbiamo vinto una competizione elettorale gestita dal Commissario del Circolo nominato dalla Federazione Provinciale, sodale di Laratta e Bevacqua.
Abbiamo vinto il Congresso alla presenza di Maria Locanto, garante nominata dalla Federazione e acclamata Presidente dell’Assemblea Provinciale.Abbiamo vinto contro ogni previsione, senza padroni e senza cappelli.
Abbiamo partecipato e vinto per affermare la nostra indipendenza e la nostra idea di un partito democratico oltre che nel nome nella formazione della classe dirigente.
Abbiamo vinto convinti che si possa creare dal basso un argine all’arroganza e alla tracotanza della destra che grazie a Laratta e compagni oggi in Calabria gestisce Regione, Province e per la prima volta nella storia anche il nostro comune.
Abbiamo partecipato e vinto per invertire la tendenza per ricominciare e stare dalla parte delle persone e non con chi preferisce il chiuso delle sacrestie. Abbiamo vinto secondo le regole stabilite e siamo stati derubati della vittoria. Abbiamo vinto senza patrocini e questo non è andato bene per dire nomi e cognomi a Franco Laratta e ai suoi seguaci. Ci siamo divisi dopo che ci siamo battuti per poter presentare la lista del Partito alle amministrative e aver sostenuto il Candidato Sindaco del Partito.
Dopo una sonora sconfitta, abbiamo compreso di aver sbagliato qualcosa perché tutti erano andati via e ci siamo divisi per motivi politici convinti che in politica non si può ragionare ad escludere come pretendevano Laratta e Compagni.
Abbiamo parlato con la nostra gente anche quella che non ci aveva votato alle amministrative e abbiamo capito che avevano una grande voglia di ricominciare a fare politica e di contrastare e combattere la destra che ha occupato il Comune e che governa facendo amministrare il marito del Sindaco eletto grande amico e abituale consumatore di caffè Cosentini con Laratta, mentre gli altri capeggiati dal Candidato Sindaco eletto Consigliere pretendevano di affermare il principio che chi non si era candidato alle amministrative o non aveva sostenuto il nostro candidato non poteva più partecipare alla vita politica e tanto meno alla vita del nostro Partito.
Un leader normale e intelligente avrebbe optato per non parteggiare per nessuna delle due parti e per l’esperienza maturata avrebbe dovuto comporre le divisioni e capire che non si può vincere escludendo.
Stabilita la data del Congresso dopo diversi rinvii si votava con l’anagrafe certificata dal Partito.
Laratta e compagnia consapevoli di una certa sconfitta hanno cominciato a tramare per far saltare il Congresso.
Non essendo riusciti nell’intento con atteggiamento tipico di Laratta e come ha già fatto altre volte (vedi sua candidatura alla segreteria provinciale di qualche anno fa segretario eletto successivamente commissariato per pressioni romane) consigliava di presentare il candidato (ovviamente Domenico Lacava già candidato Sindaco e membro della Direzione Regionale in virtù del famoso manuale Cencelli in quota Laratta – Bevacqua nella spartizione della direzione Regionale tra i potenti di turno), e di non andare a votare ma di fare pressioni nelle segrete stanze tramando per fare annullare il Congresso.
Dopo diverse settimane dal voto con una delibera della Commissione di Garanzia Nazionale che ha modificato una delibera della Commissione per i Congressi
Regionale venivano annullate 63 tessere per irregolarità nei pagamenti tra cui quella del Segretario eletto ritenendo di aver così raggiunto lo scopo.
Ma non sempre le ciambelle riescono con il buco e a seguito del ricorso dal Segretario eletto la Commissione doveva riconoscere di aver sbagliato e riammettere il Segretario tra gli iscritti.
Ma sconfitti nuovamente i Laratta e i suoi amici romani con una decisione assurda sotto ogni punto di vista si inventavano che annullate le tessere, per il numero degli iscritti il Circolo di San Giovanni in Fiore poteva avere un direttivo di 14 persone e poiché il direttivo esclusi coloro a cui era stata annulla la tessera erano 15 ha annullato il Congresso.
Anche tale decisione è stata impugnata perché per una svista non si erano accorti che il numero dei componenti del Direttivo non decaduti era di 14 ma ormai il dado era tratto e non si può tornare indietro.
In nessuna democrazia è possibile modificare il corpo elettorale dopo il voto per invalidarlo ma il nostro Partito che è stato fondato sulle Primarie e sulla democrazia interna ha dimenticato questo principio.
La morale di questa storia che questo partito è ormai governato dai potenti nominati come Franco Laratta, Mimmo Bevacqua e Nicodemo Oliverio che non hanno nessun merito politico ma solo conoscenze romane utilizzate per essere nominati e per bloccare la democrazia interna oltre che per manovrare liste e candidati per garantire la propria elezione laddove non è prevista la nomina. Dispiace constatare che da quando questo partito è gestito da questi personaggi perdiamo consensi ad ogni appuntamento elettorali, abbiamo perso la guida di tutte e cinque le Provincie Calabresi.
Abbiamo perso tre Consiglieri Regionale in Provincia di Cosenza perché le liste sono state fatte per garantire Bevacqua non candidando nessuno nei grossi Comuni come San Giovanni in Fiore o in aree come la Presila Cosentina dove ad ogni tornata elettorale abbiamo avuto candidati eletti o comunque molto votati.
I danni fatti dagli altri due non sono di meno a Crotone comune di Nicodemo Oliverio il Partito Democratico non è riuscito a presentare la lista per l’elezione Sindaco del Comune, non contiamo nulla nell’amministrazione della Provincia e ovviamente non abbiamo eletto nessun Consigliere Regionale.
Il Campione del Gruppo è Franco Laratta che non è mai stato eletto in vita sua tranne tanti anni fa a Consigliere Comunale inserito nella quaterna di un famoso politico locale (da lui successivamente tradito e abbandonato), dopo non è mai stato eletto se non nominato.
Infatti è stato Assessore Provinciale dopo che si è indicato essendo segretario provinciale.
E’ stato Deputato inserito nella lista bloccata, non è stato rieletto perché nella successiva tornata i candidati in posizione utile sono stati scelti con le primarie e lui non ha preso i voti sufficienti.
Dopo la mancata elezione proprio perché nessuno lo vota è stato premiato ed è stato nominato all’ISMEA dove ha pontificato per diversi anni senza però fare nulla degno di nota e senza riuscire a creare consenso nemmeno per vincere il Congresso di un Comune piccolo come il nostro.
Caro segretario paghiamo la nostra battaglia per la libertà perchè dopo tanto tempo a San giovanni in Fiore è stato eletto un Segretario indipendente che non deve dar conto a nominati o ad altri, perché è vero che abbiamo sostenuto Mario Oliverio ma è anche vero che non lo abbiamo voluto seguire nella sua ultima scelta dettata probabilmente dalla rabbia e dai grandi torti subiti da alcuni personaggi come il Commissario Regionale, Stefano Graziano, anch’egli non eletto in nessuna competizione elettorale, che ha avuto l’ardire di affermare nella sede del nostro Circolo nella sua lingua sguaiata “ho fottuto due volte Palla Palla”, allontanato perché a dire delle nomenclature romane attenzionato dalla magistratura mentre la Corte di cassazione ha testualmente affermato che era stato vittima di un grave pregiudizio.
E’ difficile dimenticare che pur di non candidare Oliverio, che era Presidente uscente che avrebbe sicuramente potuto vincere abbiamo scelto, per trame ordite dagli stessi personaggi insieme ai loro protettori romani, di candidare un personaggio che aveva apertamente appoggiato la destra nella tornata precedente e che non ha portato nessun valore aggiunto.
Per non parlare della ulteriore scelta scellerata che ha rischiato di farci scomparire dalla politica Calabrese quella dell’ultimo candidato presidente che il giorno dopo aver preso i nostri voti ed essere eletta ha dichiarato che non voleva avere nulla a che fare con il Partito Democratico.
Ci batteremo per ottenere giustizia in tutte le sedi per affermare la democrazia e la nostra libertà contro tutti i soprusi subiti.
Le chiediamo, se lo ritiene giusto, di far esaminare il nostro ultimo ricorso alla Commissione di Garanzia per ottenere la soddisfazione di vedere cosa si possono inventare ancora vorremmo evitare di rivolgerci al Tribunale per vedere affermata la legittima dell’elezione del Segretario e del Direttivo di Circolo.
Scriviamo questa lettera aperta affinchè nessuno possa dire che non abbiamo urlato le nostre ragioni.
Caro Segretario se ritiene che dobbiamo andarcene per cedere il passo alle congiure di palazzo lo dica e faremo un passo indietro, ma se pensa che questo Partito ha necessità di ricominciare a parlare con la gente e debba partire dal basso restando dalla parte delle persone analizzare il nostro ricorso e accetteremo la decisione qualunque essa sia.
A quelli altri che leggeranno la nostra lettera a cominciare dal segretario Regionale e da quello Provinciale facciamo appello affinchè il nostro partito ricominci a battersi per i Calabresi e ricominci a fare opposizione in tutte le istituzione perse dove le destre amministrano senza nessuna remora e il Capo Gruppo dei Consiglieri Regionali, Mimmo Bevacqua faccia opposizione e denunci tutte le carenze e le politiche della Giunta Regionale guidata dal suo “comapare” Roberto Occhiuto (il termine compare viene utilizzato per come è d’uso nel nostro linguaggio ovvero quale amico fidato consacrato da cerimonie religiose battesimi, cresime e matrimoni).
Al segretario Regionale chiediamo di abbandonare ogni remora e di battere un colpo ogni tanto al di là della sua prossima certa candidatura al Parlamento.
Al giovane Segretario Provinciale chiediamo di fare quanto è in suo potere per non deludere le aspettative e di non lasciarsi ingabbiare nelle logiche delle spartizioni e dei ricatti, chiedendo ai Consiglieri Provinciali di fare una opposizione intelligente sulle cose che non vanno senza aver paura di denunciare eventuali illegittimità e il malaffare. Al Consigliere Comunale di San Giovanni in Fiore chiediamo di battersi per la nostra Comunità contro quelli che ci trattano da sudditi e non da cittadini, senza paura e calcoli.
Infine le vogliamo dire che il Partito era più libero e democratico quando a Roma si parlava di un Partito Calabrese da riformare per eliminare correnti e potenti, perché allora il confronto politico era aperto e basato sul consenso e non sulle trame per le nomine.
Gli Iscritti del Circolo di San Giovanni in Fiore
Comments