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SGF, inaugurato il primo tratto dei cunicoli badiali, la sindaca Succurro: "Recuperati questi luoghi sotterranei e misteriosi che raccontano una storia monastica legata a Gioacchino

«I cunicoli badiali sono luoghi di grande fascino e mistero, oltre che elementi della storia monastica e religiosa di San Giovanni in Fiore, legata alla vita e all’opera dell’abate Gioacchino, ispiratore della Divina Commedia».

L’ha detto la sindaca di San Giovanni in Fiore, Rosaria Succurro, nel corso dell’inaugurazione, lo scorso 1 agosto, del primo tratto dei cunicoli badiali, che per circa 200 metri passa in profondità sotto la chiesa madre della città. Secondo racconti del posto, questi cunicoli attraverserebbero come strada sotterranea tutta l’area storica di San Giovanni in Fiore, sino a raggiungere, in alto, la chiesa dei padri cappuccini. Il primo tratto in questione è stato recuperato, illuminato, messo in sicurezza e reso fruibile grazie al finanziamento regionale, intercettato dall’amministrazione Succurro, per la realizzazione della ciclovia del Parco nazionale della Sila, che arriverà a Jure Vetere, il sito silano in cui si trovano i resti della prima chiesa di Gioacchino da Fiore, e poi nel centro storico di San Giovanni in Fiore, con la possibilità di visitare il tratto iniziale dei cunicoli badiali, che resterà aperto tutti i giorni, dalle ore 10 alle 20.  «Restituire alla città il primo pezzo dei cunicoli – afferma la sindaca Succurro – è stata una grande gioia, soprattutto per la testimonianza che ha dato lo scrittore Michele Belcastro, secondo cui essi erano percorsi per pochi metri dai ragazzini sangiovannesi di inizio Novecento, che poi uscivano fuori, spaventati dal buio. Ecco, noi abbiamo recuperato una parte della nostra storia sotterranea, che intendiamo riportare alla luce per intero». «Vogliamo imprimere la svolta. Per questo – conclude Succurro – continuiamo a recuperare il passato, a farlo conoscere e scoprire all’esterno, a proporre percorsi turistici mettendo insieme luoghi affascinanti come i cunicoli, il paesaggio, le tradizioni, i prodotti e la cucina del territorio».

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