LE VISIONI MISTICHE DI ILDEGARDA DI BINGEN E PENSARE PER FIGURE DI GIOACCHINO DA FIORE
Domani, Venerdì 11 novembre, alle ore 17:00, nella Chiesa abbaziale florense di San Giovanni in Fiore si terrà il seminario di studi ”Le visioni mistiche di Ildegarda di Bingen e pensare per figure di Gioacchino da Fiore". Relazioneranno il prof Alessandro Ghisalberti, già ordinario di Filosofia teoretica all’Università Cattolica di Milano, ed il prof Giuseppe Riccardo Succurro, Presidente del Centro Studi e Direttore della Scuola di Formazione Gioachimita istituita per divulgare il messaggio di Gioacchino da Fiore ai diversi settori della popolazione. È si legge in una nota diffusa dal CISG di San Giovanni in Fiore - L’iniziativa - prosegua la nota - sarà moderata dal giornalista Saverio Basile, vice-presidente del Centro Studi. L'evento culturale è segnalato dal Ministero della Cultura fra quelli di rilevante interesse nazionale.
I contenuti sono molteplici - continua la nota - e assai diversificati, vertono sull’origine e la composizione dell’universo, su una lettura dell’uomo fortemente connessa con il cosmo, tematizzano un’energia chiamata viriditas che collega il mondo divino, quello umano e quello naturale, con il singolare referente alla costante immersione in una “Luce vivente”.
Le sue singolari visioni catturano parole umane, che però Ildegarda vede e sente con i sensi spirituali e vedendo, sempre interiormente, immagini collegate ai contenuti delle visioni, raffigurate nei codici con delle raffinatissime miniature, che lasciano intravvedere collegamenti con il Liber figurarum di Gioacchino. Il riferimento della mistica renana all’Abate calabrese è costruibile anche sulla base di una messa in parallelo delle loro visioni, certamente molto diverse quelle di Ildegarda nella modalità di svilupparsi, ma che hanno in comune il risultato di produrre una dilatazione della mente nella comprensione della sacra Scrittura: è il caso di due visioni di Gioacchino, quella di Pentecoste, narrata nella Prefazione allo Psalterium decem cordarum, che gli offre la comprensione del Mistero trinitario, e quella di Pasqua, narrata nell’Expositio in Apocalypsim, che lo porta alla piena comprensione dell’Apocalisse e della concordia integrale fra Antico e Nuovo Testamento. L’Apocalisse - si conclude nella nota - poi è l’ulteriore punto di confronto tra Ildegarda e Gioacchino, perché è il testo da cui la badessa assume molti dei simboli che caratterizzano le sue visioni circa la fine dei tempi (nel libro Scivias (III, XI) e nel Liber divinorum operum (III, V)).
C.I.S.G. - Centro internazionale di Studi Gioachimiti
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