Venerdì 19 maggio, alle ore 17:00
di RiccardSuccurro
"... e si ritirarono fra le montagne in Fiore ...affinché in Nazareth fosse annunciato il nuovo frutto dello Spirito Santo".
Dopo la lettura di alcuni brani della " Vita del Beato Abate Gioacchino", Simone Pagliaro e Giuseppe Riccardo Succurro ricostruiranno una fase decisiva della vicenda dell'abate. Nel maggio del 1189 ebbe inizio un "intenso esodo, mentre uomini in ogni modo provenienti alla solitudine di Fiore popolavano il luogo".
Tra i luoghi entro i quali si dipanò la complessa esperienza religiosa di Gioacchino da Fiore, assume infatti uno spiccato rilievo Jure Vetere, non solo per essere stata la prima fondazione dell'Abate calabrese, dopo l'abbandono della originaria vocazione cistercense, ma anche per le connotazioni ambientali del sito che conciliavano il rigore ascetico ed il nuovo status, tanto ricercati da Gioacchino tra le "frigidissimas alpes" silane.
Nella biografia composta nei primi anni dopo la morte di Gioacchino da Fiore e certamente entro il 1209, la "Vita del Beato Abate Gioacchino", l'Anonimo monaco florense così descrisse la scelta di Jure Vetere da parte di Gioacchino:
" .... Volle pertanto salire sui monti della Sila e cercare un luogo tra queste montagne freddissime, in cui potessero in qualunque modo abitare.... Si diresse verso il luogo in cui Fiore confina con il fiume Arvo, nel tratto in cui sono circondati da alti monti. Il luogo piacque ai suoi compagni.....e si ritirarono fra le montagne in Fiore.... affinché in Nazareth fosse annunciato il nuovo frutto dello Spirito Santo, fino a che, a partire da quel luogo, il Signore operasse la massima salvezza su tutta la terra".
A Jure Vetere Gioacchino da Fiore costruì la Domus Mater del nuovo ordine monastico da lui fondato. La campagna di scavi archeologici ha consentito il rinvenimento del protocenobio distrutto da un incendio nel 1214. L'edificio è a coro rettangolare con direzione sacra (est-ovest), definito da una navata centrale lunga circa 26 m e larga 8,10 m.
L'abate Matteo, dopo l' incendio, cercò di ricostruire il tempio florense ridimensionando la chiesa con un'abside semicircolare. Nel 1215, l'abate Matteo desistette dall'idea di continuare a ricostruire il protocenobio di Jure Vetere ed ottenuta l'autorizzazione da papa Innocenzo III a costruire una nuova sede in un altro luogo meno freddo, eresse l'attuale complesso abbaziale nella località "Faradomus" o "Faraclonus" , probabilmente ampliando e consolidando la preesistente fabbrica monastica avviata da Gioacchino nel 1195.
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